Gara di coincidenze. Sono aperte le iscrizioni.
Ma devono essere proprio coincidenze.
Di quelle che capitano una sola volta nella vita. Intanto racconto la mia.
L'ultima volta che ho cenato da solo, in pizzeria, risale ormai a dieci anni fa, una sera che tornavo dal calcetto. Questa sera, dopo l'ennesima giornata di lavoro impossibile, non sono andato a casa. Non mi aspettava nessuno. Volevo uscire prima, ma non e' successo. Comunque. A cavallo del mio cavallo d'argento, che invece di una marca o un nome ha una dichiarazione (B. M. w.), ho gironzolato per il solo gusto di prendere aria addosso, con la testa piena di parole dette e ascoltate. Un vagare apposta per diluire il mio pensiero di lei, per farmi dare una mano dall'aria a sorreggere la mia passione. E poi, ormai alle otto e mezza passate, ho deciso di fermarmi in una pizzeria, da solo. Appunto. Woodstock, un classico, la miglior pizza al trancio di Milano. Il suo deor coperto da' proprio sulla strada, hai presente tipo effetto vetrina? La mia faccia era un libro aperto per tutti quelli che distrattamente mi guardavano e leggevano a chiare lettere: sta pensando a lei. Mentre rileggo trenta volte la prima riga per il suddetto motivo, sparo un "margherita" al cameriere che mi pressava. Ma avrei potuto anche dire "viva la gallina", oppure "crepa". Perche' ero dannatamente sul pianeta amore. Lui si allontana. Io alzo lo sguardo attraverso il vetro che faceva da cornice alle persone che passavano nella luce calante delle nove meno un quarto, nove meno dieci. Gente che camminava verso casa per andare a picchiare i bambini dopo una giornata di stress lavorativo, modelle anoressiche, peruviane ciccione, pinguini da ufficio commerciale, eccetera, la solita fauna che rimbalza sulle strade sporchiccie di Milano, e ripetevo tra me e me: avrei tanta voglia di rivederla, ancora.
Ora.
Quante possibilita' ci sono che in quel momento, in quella via, in quel pensiero, lei passasse davanti ai miei occhi? Bhe'...una su tante. Ma e' accaduto. La sua figura disegnata e minuta e' passata davanti ai miei occhi entrando da sinistra e percorrendo tutta la vetrata che da su via vigevano, fino ad uscirne dal lato destro. Ero pietrificato. Come se fosse un pensiero materializzato, un ologramma creato dal mio amore, una visione, ma era lei. Non mi ha visto, credo. Perche' voglio pensare che comunque stiano le cose si sarebbe fermata anche solo per alzare la sua mano, sorridere e continuare la passeggiata. Sola. Allora io mi alzo. Esco. La guardo allontanarsi sperando che l'odore dei miei pensieri la raggiungessero per farla voltare e sorridere. Ma non e' accaduto. Sono uscito che era a pochi metri da me. Avrei potuto chiamarla, salutarla. E magari dividere la pizza o la birra. Ma. Ma ancora una volta, i suoi occhi, hanno parlato per lei. Forte e chiaro. Massimo rispetto per lei e per loro. La guardo fino al fondo della via, impallando il suo lento camminare da persone e pali della luce. ma quanti cazzo di cartelli in questa via...la vedo ancora...e' laggiu'...sta camminando...la vedo...che si allontana...che si allontana...che si allontana...che si...la vedo...ora...ora non la vedo piu'...e' lontana. Buio.
1 commento:
che strana emozione...sentivo, sentivo qualcosa...ma io mi sono detta "lo sento sempre così forte che mi pare sia sempre intorno a me" e mi sono detta "stupidina, non può essere qui, lo sai"...tirando dritto con jealous guy di j.lennon nelle orecchie e gli occhi persi da qualche parte
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