Permettimi di tenere per mano questo tempo, adesso che mi hai portato fin qui. TANTORUMOREPERTUTTO e poco rumore per le cose che davvero lo meriterebbero. TANTORUMORE per notizie inutili, programmi stupidi, persone furbe, finzioni confezionate, ipocrisie riscaldate, frodi ripetute e poche per avvenimenti importanti, sensazioni reali, colori dei sogni, persone speciali, pensieri diversi, amore. Quelle che nel mondo esistono e quelle che esistono nel mondo dentro di me. Sensazioni ed emozioni che dirompono dentro di me.
Oggi è il primo dei giorni che mi restano da vivere.
Oggi è l'ultimo dei giorni che mi restano da vivere.

venerdì 23 maggio 2008

Piano e forte.



Cosa e come si è quando si ama? Un equilibrio sopra la follia. Un abbraccio che apre il cuore scoprendo cose nascoste che si inventano. Un prato immenso di colori struggenti da quanto sono belli, affonda senza pietà nel cuore dell'altro per prendere e dare tutto quello che si può. Per scoprire che esiste un oltre che prima non esisteva. Per se stessi e per l'altro. Non importa la direzione, ma solo l'indicazione del momento che ci sconvolge l'esistenza. Lasciando che questi momenti siano consecutivi, molteplici. Scoprendo che potrebbe essere direzione essa stessa. Inaspettata, sorprendente, inattesa, diversa dai pensieri razionali che si possono fare prima di incontrare cotanta verità. E più e alto questo universo, più è alta questa galassia colorata, più è accecante e più manca quando per un ora, un giorno o una settimana non esiste, non è presente. Cinque minuti e quindici secondi di Ryuichi Sakamoto per accompagnare delle parole deviate da tanto pensare e tanta forza consapevole e pazza, bagnata di speranza per guardare la vita con occhi che uniti ad occhi altri, diventano presente da bere d'un fiato, sgretolando la quotidianità, la noia, la vita al di fuori di questo amore, la vita che a volte nel quotidiano ci assale e ci ingrigisce, ma ritrovando all'interno di quella galassia inventata e colorata, un senso della vita. In seno all'amore che appare incandescente quando è vero. Ridere anche se cinque minuti e quindici secondi non sono sufficienti per accompagnare queste parole, o forse sono troppi per coccolare queste pazze parole. Ma ogni secondo è buono per sentirne il sapore, dell'amore. Anche nel grigio che mai deve sovrapporsi allo sguardo e all'abbraccio di due persone innamorate davvero. Mi è accaduto. E l'amore che sento reclama il suo colore. Sempre.
L'abbraccio che si sposta verso la luce con ritmi e pensieri che a volte non sono controllabili. Ma mai fermi. La luce si sente, ci scalda, ci ama perché scaturita dall'amore stesso.
Un solo secondo della mia giornata non è riuscito ad allontanarsi da te. Ho freddo.

giovedì 22 maggio 2008

NERO.


perché non posso stare con la donna che amo? perché mi manca il respiro senza di lei? perché l'amore è così raro? perché sono geloso? perché è così bella? perché ho tutti questi anni? perché i colori non vibrano se lei non è con me? perché con lei è davvero FARE l'amore come mai mi è successo? perché non mi parla? perché questo sentimento è così vero? perché non basta l'essenza pura in grado di volare? perché da un giorno all'altro non ha più bisogno di me? perché con lei i giorni neri erano solo un po' grigi? perché è così speciale? perché è così lontana? perché continuo a sperare? perché è così difficile? perché non esiste nessuna altra donna per me? perché ho la convinzione che sarebbe fantastico per molto tempo ancora? perché mi chiedo come fa lei? perché mi ha lasciato? perché l'amo così tanto? perché mi ha detto che siamo fatti per stare insieme? perché è così bello parlare con lei? perché l'amore non basta? perché non parlo? perché nulla ha più senso? perché devo sparire da qua, da tutto? perché non risponde? perché non riesco a vederla senza soffrire? perché mi sento così suo? perché ho insistito con lei? perché sono pieno di suoi regali? Ma soprattutto, senza poter vivere l'amore che sento, questo amore così vero e intenso, raro e fortuito, come vivere?

lunedì 5 maggio 2008

Mute.

Chi sorride vince sempre.

mercoledì 2 aprile 2008

Le spirali di Ovorso_#004

martedì 1 aprile 2008

...

...

sabato 17 novembre 2007

Le spirali di Ovorso_#003

Le spirali di Ovorso_#002

Le spirali di Ovorso_#001

sabato 10 novembre 2007

Viaggio di ritorno.



Cerco e invento la città del sogno, dove entra chi dico io e vomito sul resto che mi fa perdere tempo. Esisto dentro e sarà così per sempre, che io lo voglia oppure no. Vinco e perdo nell'istante di un secondo, uno successivo all'altro, ma la testa mi proietta quotidianamente e incessantemente verso colori e suoni sempre nuovi. E grazie ai cromosomi, al dna o alla semplice materia grigia, li voglio e li colgo. Meglio. Decisamente meglio. E sarà sempre di più così. Nel mio sogno esiste qualcuno che comprende, che condivide, che amo, che è presente. Io sono seduto al riposo, ma colorato. Io presente e con la golosità di un orso che si risveglia dal letargo. State tutti attenti; gli orsi sono pericolosi.

lunedì 20 agosto 2007

Sogno.


Era solo una città, ma come un sogno mi ha concesso di volare. Come fossi sdraiato a riposare con ferma la mia spada da cavaliere, un libro da leggere, un foglio per disegnare e un bastone per sostenere i miei stanchi pensieri. Sogno e ho sognato nelle ferie d'estate, solo e mai solo.
Ero abbracciato da un albero che non esisteva, eppure mi abbracciava. A cosa è servito? Potrei chiedere al pittore che sogna in questo quadro, ma non è possibile farlo; non si è ancora svegliato.

mercoledì 1 agosto 2007

Vacanza, pausa estiva, ferie...chiamale come vuoi.



E' vero, non sono in grado di prenotare nemmeno una vacanza, ma una cosa la so: in questo posto vorrei starci.

martedì 31 luglio 2007

Rallenty.


Volevo smettere di scrivere per un po', ma non è successo. Credevo in cose che non sono accadute e altre le aspetto senza affanno. E forse non accadranno mai. Ognuno di noi percorre una strada cercando di comprendere più cose possibili per poter avere la sensazione di sentirsi vivi, ma non serve a nulla. Tutta la poesia e la musica del mondo dice il tutto e il suo contrario. E noi ci ritroviamo in entrambe le cose, le frasi, le melodie. A volte tristi altre ridenti, e così passiamo ancora un giorno a vivere. O anche solo respirare. Galleggiamo e la sera arriva sempre o troppo presto o troppo tardi. E il sonno arriva sempre troppo presto o troppo tardi. Perché non siamo programmati per accontentarci? come fanno quelli che ci riescono? Non mi sono mai chiesto più di tanto come sarà domani e adesso meno che ieri. Ho aperto e scritto sotto l'effetto benefico di alcol e droga, queste parole, ma faccio troppa fatica. Oggi proprio non ci riesco. Oggi è una giornata di merda. I miei movimenti sono lenti e faticosi. Apro le pagine per vedere dove passare qualche giorno di vacanza, ma non ci riesco. E non ci riesco perché sono stanco. Abbastanza stanco per pensare di averne davvero bisogno e troppo stanco per poter organizzare qualcosa. Non sono io. Io sono quello che fa, quello che legge e che sempre sorride e cordialmente è presente. Ora non sono io. Ora devo dormire. Ora il mio galleggiare è mio. Quanti sono i fili che ci tengono a terra? cosa significa galleggiare avendo dei fili che trattengono? perché la sensazione è come se fossero dei tronchi secolari da tagliare con fatica usando seghe circolari ad alto potenziale? eppure sono solo fili. E galleggio. Trattenuto da fili...mah...

martedì 17 luglio 2007

Sopra la follia.


Galleggio senza. E' ruvido il pensiero che male circonda di continuo il mio respiro. E voglia di chiudere e di smettere, anche un solo spazio ludico o scemo, egoista e folle amore che scorre. Lontano e così vicino e canto cazzo, canto e canto ancora, e non basta mai il volume a mille o tutto, poco importa. Spengo il mondo e non spengo me. O viceversa, ma cosa importa? vorrei vivere solo nel ritornello della vita, quello con l'assolo, quello con il volume a palla, quello dove la folla si alza in piedi e urla di godimento. E io, folla e musica insieme che alzo ancora e ancora il volume, come a dover rompere il timpano della comprensione, senza un reale motivo. Solo per volare e volare ancora su nuvole dolci e calde. Chiudo gli occhi senza fiatare e mi lascio galleggiare in una musica buona e forte che mi proietta verso un luogo sempre troppo breve da vivere ma sempre così vero. Perdo la lucidità ogni momento, solitario e chiuso, dove oltre quella porta ci sono io che cerco una solitudine e un silenzio che non credo esista più in natura. Allora l'invento dentro di me. E quando il mio braccio si alzerà ancora, sarà solo per me. Io, egoista di essere io, e dopo il mondo. Dopo. Dopo. Dopo. Nel frattempo sopravvivo lacerato nel dolore e galleggio. Ma galleggio senza.

martedì 3 luglio 2007

Increato.


Sta, nell'oscurità.
Bagliore di voce mia senza fine,
muta e di grande mistero,
ferita d'ansia e d'astratta nostalgia.
Il tempo, non quieto la sera,
non muta i colori
ma sprofonda
fino alla sua nudità.
Verso l'increato.

(tantorumorepertutto, bear)

Cynara cardunculus.


Ritto cammina un Cynara cardunculus dalla parte delle spine.
Così tempesta l'aria che ricopre i miei movimenti e i miei luoghi, stretto nelle sue fitte foglie che si appoggia dalla parte delle spine, cercando di camminare, con il suo turgido stelo possente rivolto verso l'alto senza sapere cosa sta guardando lassù, ma instabile sulle dure e fragili spine.
E la stessa parola Cynara cardunculus non si imbatte nel mio cassetto delle cose belle, ma in quello di fianco, dove c'è scritto "brutte parole".
Ma non annego, anche se perso sotto l'acqua della doccia cerco di sentire le tossine dei miei pensieri accumulati sul corpo teso e attento. Ma non annego. Dovrei?
L'amplificazione audio di un letto di ospedale, dove il respiro del malato si sente con chiarezza mortale, amplificato da macchine per tenere in vita e su e giù e su e giù il respiro non si dilata, ma occupa chiaramente la mia vita, nel sogno di poter ridere ancora e riaprire il cassetto delle belle parole e tenere chiuso il resto. Nel desiderio infantile di sentire mani che scivolano insieme a quell'acqua, sotto quella pioggia di pensieri e per colonna sonora "Rooster" dei Alice in chains a volume ventisette che accompagna tutta la poesia che vorrei trascrivere su questo post ma non sono in grado di farlo. Non smettere di lavarmi, nudo, sotto quell'acqua e sotto quella musica e fammi dimenticare l'esistenza del cassetto sbagliato. Mani vicine che lavano via, sulla mia schiena nuda e tesa e curva che piange mischiandosi all'acqua e io in silenzio per almeno i sei minuti e quattordici secondi, dimenticandomi il mondo lasciandomi lavare. Sapone e schiuma come ddt dei cattivi pensieri, al buio e in silenzio.
Ma tutto questo è vago e rarefatto, quasi astratto. Voglio stare bene e voglio che accada presto, voglio dimenticare per qualche minuto il mondo e perdermi da qualche parte precisa dove vorrei essere ora.
Ma chiamiamo le cose con il loro nome, io non mi sento un Cynara cardunculus, ma semplicemente un carciofo.

Napoli.


Un controllore sull'autobus chiede il biglietto ad un altro signore napoletano:
"Biglietto prego..."
L'uomo senza battere ciglio estrae il biglietto e lo consegna al controllore che guardandolo bene dice:
"Ma questo è di ieri?!..."
L'uomo, alzando leggermente la voce risponde:
"...'azz e vui mo' v presentate?..."

lunedì 2 luglio 2007

Oscura fiamma del desiderio.



OSCURA FIAMMA DEL DESIDERIO

Amo i tuoi occhi, mio caro
Il loro splendido, scintillante fuoco
Quando improvvisamente li apri
Così da lanciare una rapida ed accogliente occhiata
Come luci e fulmini nel cielo
Ma c’è un fascino che è ancora più grande:
quando i miei occhi d’amore sono abbassati
quando tutto è infiammato dal bacio della passione
e attraverso le ciglia basse
vedo l’oscura fiamma del desiderio
_____________________________________

DULL FLAME OF DESIRE

I love your eyes, my dear
Their splendid, sparkling fire
When suddenly you raise them so
To cast a swift embracing glance
Like lightning flashing in the sky
But there’s a charm that is greater still:
When my love’s eyes are lowered
When all is fired by passion’s kiss
And through the downcast lashes
I see the dull flame of desire

domenica 1 luglio 2007

Chi lo vuole?


Chi vuole un gelato?

Lo so. Cazzo se lo so.


Lo so che devo resistere, che devo non dire, che devo non parlare, che devo non telefonare. Cazzo se lo so. Dura e difficile perché è tutto in continua evoluzione e esiste una parola da aggiungere, un sospiro da fare, e sempre qualche cazzo di cazzo da pensare e ripensare.
Lo so che devo resistere. Nessuna mail, nemmeno vuota, fin qui mi sono trattenuto, col cuore e con l'anima. E' vero...queste sono parole...colori che si innalzano come punte, come il disegno allegato...chiudo gli occhi e non sorrido. Lo so. Cazzo se lo so. Voglio farcela a non farlo. Ma. Il "ma" non si allontana da me. Cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Comunque.


Perché non è tanto il fatto di non poter dire a nessuno che una cosa la sai davvero, ma è quando dirla. Nel senso che non si conosce bene il momento giusto. E forse non è mai il momento giusto, forse si dovrebbe solo tenere dentro e al massimo condividerlo con delle persone speciali che riescono a comprendere non le cose che dici, ma come le SENTI. Per esempio: io conosco la vita e le opere di qualcuno, come milioni di altre persone al mondo, e al momento giusto mi viene da dire o da inframezzare o di interrompere con qualche cosa riferita a lui, ma nessuno potrebbe mai comprendere che la mia passione, conoscenza o semplicemente affetto per quella rockstar, quel poeta o regista, è speciale, perché è speciale solo per te stesso. Altro esempio. Qualcuno mi parla di realizzare qualcosa "alla Gondry"...bene...a questo punto dentro di me succede il finimondo perché è vero che è un personaggio pubblico e tutti hanno il diritto di citarlo o di conoscerlo, ma dentro di me il suo essere Gondry è così personale che...senti come suona vuoto dire una cosa tipo: "Eh sì Gondry...grande...è un grande"...
Ovvio che lo è, ma la persona che hai di fronte non potrebbe mai comprendere cosa e come conosci tu Mao o Vasco o Gondry...e allora le stesse parole che uno vorrebbe o dovrebbe tirare fuori in quei momenti ti fanno passare per la solita "ragazzina" o "ragazzino" che, come altri milioni di persone citano un nome che è grande agli occhi di milioni di persone. E se non hai consolidato il tuo modo, il tuo carattere, la tua passione allora sei spacciato. E dove sta il valore aggiunto della tua conoscenza? si spreca, si perde, si mischia alle altre cose e tu alle altre persone, allora meglio evitare e lasciare che i miei occhi sorridano ancora quando qualcuno di fronte a me ha il tempo e la voglia di SENTIRE...bhò...non so cosa mi prende stasera...
Forse lavorare fino a quest'ora nel posto di lavoro vuoto, con Vasco a palla e la guardia che si stupiva della mia faccia (peraltro "cannata") ha il suo perché...mi piace stare nei posti vuoti...soprattutto se in genere si vivono pieni, affollati...come uno stadio vuoto, una spiaggia immensa vuota, come se tutto quel vuoto, tutta quella non-gente avesse finalmente lasciato spazio al sentimento che davvero quel luogo vorrebbe esprimere e che con tutta la gente non può, ma con me può farlo. Io ascolto bene tutto quello spazio vuoto. Ormai è tardi. Meglio che vada da qualche parte...almeno fino a domattina quando sarò ancora qui a continuare a bestemmiare per questo lavoro che non serve proprio a un cazzo! e domani è domenica. E io sarò ancora qui. E uscirò stasera dopo avermi chiesto almeno tre volte perché non restare qui, almeno stanotte, tanto domattina arriva presto se continuo a scrivere. E sarà una lunga settimana. E io non avrò riposato nemmeno un giorno. Comunque.
Ho scritto molto e non ho pubblicato niente di quello che ho scritto stasera. Questo post è solo un ragionamento che stavo facendo.
Le altre parole sono forti, anzi, fortissime, e devo per forza chiedermi se metterle oppure no. Anzi, me lo sono chiesto e ho deciso di no. Sono terribilmente addolorato, e ogni giorno è un forte giorno. Riflettendo a fondo su me stesso ci sono cose che non posso non ammettere, almeno a me. E stasera l'ho fatto. L'ho scritto. E non ho ancora riletto cosa ho scritto e per la prima volta nella mia vita mi sono chiesto "a cosa serve?"...a cosa serve scrivere di vero e di emozioni? per l'illusione che il rispetto per la stessa emozione richiede di esprimerla? stasera me lo sono chiesto a cosa serviva esternarle e non ho la risposta. Chiedermi questo è già un peccato per come sono fatto io. Un peccato davvero, cazzo. Ma tutto questo con la prima parte del post non c'entra. Cazzo.

La giornata.


"La lunghezza della giornata non è stabilita dall'orologio. Dipende dalla nostra fantasia, dal gioco dei nostri pensieri. Le immagini abbreviano il tempo, poiché esorcizzano la noia, moltiplicando nel contempo i contenuti. L'ideale sarebbe l'attimo in cui il tempo si concentra, anzi, si annulla, e tutto diventa possibile. La luce guadagna in forza, diventa assoluta."

Ernst Junger

giovedì 28 giugno 2007

sms


SMS di ieri sera:
"E' troppo tardi?... io sono qui."

Commento di stamattina rileggendolo:
"Bravo testa di cazzo!"

Riflessione:
"Le parole sono lame."

mercoledì 27 giugno 2007

Dove cazzo è il libretto di istruzioni!



Dove cazzo è il libretto di istruzioni!
Datemelo per favore, ne ho bisogno! e non parlo di un cazzo di videoregistratore, che funzioni o meno si continua a cagare e mangiare e cagare, ma della vita.
Esiste una fase uno? e se esiste quanto dura? un mese? un anno? dieci? e poi: cosa cazzo è la fase uno? quella di essere lontano da casa? da una persona? Aver deciso di restare separati è un dormire lei da lei e io da lui? Grazie P. per l'ospitalità, anche se non conosci questo diario silenzioso, grazie A. per avermi concesso il tuo divano...e allora?...adesso arriva la fase due che e' quella di cercare una casa? chi ha preso il libretto di istruzioni?!
Cosa faccio seduto a scrivere? a chi poi? a un cazzo di blog che resta un diario silenzioso? cosa accade adesso? ditemelo se qualcuno lo sa...e non e' il fatto di restare solo, adesso è così, completamente bagnato da discussioni e affatto pronto da affrontare tutti quelli che piangeranno per me, genitori in primis...allora...cosa cazzo è la fase uno? quella di stabilire che la mia vita è diversa e sarà diversa?...forse dovrei ancora bere visto che zia maria è sparita da tempo...cazzo!...sono proprio un debole. Uomo di merda che fai del male!! cosa accade dopo che spariscono le parole dette, le lacrime, i sensi di colpa...mi sento davvero una mappina!! forse dormire ogni due giorni è una cosa che il fisico quarantenne non regge...se solo potessi andare via...se solo potessi essere un pochino meno responsabile...e mollare lavoro e presentazioni...invece no...resto e soffro ripensando o aspettando sms che arrivano e inondano. Guardami in faccia amico stronzo e dimmi che cosa ti aspettavi davvero, credevi fosse facile, credevi che cambiare la tua vita significava stare meglio? non ora pezzo di idiota! ora goditi la merda che hai accantonato, ora ingoia il tuo stare male e prenditi quelle ore che ti danno i tuoi amici per ascoltarti e poi ritorna quello stronzo e duro che da' aiuto senza chiederlo mai...i duri piangono contro i muri!...sei proprio un cazzo di quarantenne che non era contento della situazione...e adesso? che cazzo di turbinio...e non riesco nemmeno a guardarmi in faccia...cosa faccio...cosa succede adesso...davvero mi sto perdendo? eppure non è paura di stare solo, ma solo una condizione di NON volere determinate cose, non quella di averle...sono troppo fuori...come ieri e come domani...domani che ancora una prova scritta mi ricorderà che non ho studiato un cazzo...testa di cazzo...ma non è che non studio...è che non riesco a concentrarmi...cazzo... perché dovrei farlo?..per quali cazzo di stimoli?...forse sono i mille euro che ho sborsato?...ma poco importa...questo esame sarà un disastro...e 'fanculo anche lui!!...e poi domani non so ancora dove sarò accampato...forse A. ma credo proprio che ha bisogno di stare solo domani o dopodomani sera...altri problemi seri da affrontare e io non posso permettermi di essere un problema. ...cazzo...cazzo....possibile che riesco a tracciare una rotta con correnti e scarrocci senza trovare una rotta?...troppa burrasca...troppa...anche per me...bleff di un gigante del cazzo...se solo fossi una testa di cazzo starei meglio...ne sono sicuro...ok...finisco la birra...stasera che rivedo i miei libri e i miei strumenti...e sarà nella fase due la divisione dei libri? o nella uno?....cazzo...cazzo...ingoiati il tuo yin e yang TANTORUMOREPERTUTTO...il mio dolore è troppo forte adesso per poter vivere e le distrazioni che potrebbero farti dimenticare per pochi minuti la tua situazione non è contemplata...tra poche ore devi essere a palla per una presentazione...e nessuno sa quello che hai dentro...e FOTTETEVI TUTTI quelli che in un giorno solo mi lacerano il cuore dicendo per ben tre volte e non riferito a me, in una giornata che "LA CRISI DEL SETTIMO ANNO..." eccetera eccetera...fottetevi tutti!!!...io piango da solo o solo per quelli che sono in grado di sentire e non c'e' più nessuno in grado di farlo...e non riesco a sentire l'abbraccio di A. che in fondo, percepisce la cosa dal suo punto di vista o dal mio, ma non attraverso me...e G. è troppo leggero per queste cose e non conosce tutto...e P. troppo poco coinvolgente per entrarci davvero dentro, perché il mio dolore è troppo forte per qualsiasi persona di questo pianeta...fottiti amico...fottiti con tutto il cuore...accontentati di scappare per qualche minuto durante la giornata, fumando negli angoli di un cortile sempre troppo affollato, davanti a persone che non possono ascoltarti, scappare di corsa per trattenere lacrime o vomito che nessuno comprende, di corsa, senza dare spiegazioni, e infilarsi nella porta del retro o nel lato assolato per cercare di fermarsi un secondo senza capire perché...e non si è mai abbastanza soli se non si ha qualcuno che ti ascolta...e fottetevi voi e le vostre frasi di circostanza e scollega il cervello per ragionare sul lavoro, per non incontrare persone che giustamente non vogliono incontrarti e per non incontrare persone che vorrebbero incontrarmi. Slalom continuo per fumarsi una porcodio di sigaretta...e moltiplicato per il numero di volte che fumo è davvero uno slalom gigante. Domani sera ho l'ultima prova d'esame, stasera ho fatto davvero schifo...il mio albero del pranzo dovrà farmi tirare fuori tutti gli stimoli di cui ho bisogno per concludere al meglio l'esame che ho deciso di fare anche se non credo che lo passerò, spero che il suo sguardo all'ombra della sua folta chioma mi sussuri qualche parola di incoraggiamento, vera o finta che sia poco importa, ma ha un'ora di pausa per darmi qualcosa da utilizzare...e non ridere, stronzo di TANTORUMOREPERTUTTO...affidarmi a un albero, adesso, è il minore dei mali...sto cambiando...sto diventando una persona diversa...questo è un fatto! e se qualcuno avesse anche solo una pagina stracciata e accartocciata presa da un libretto di istruzioni, che me la dia, per favore...

lunedì 25 giugno 2007

Un senso.


Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l’ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l’ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l’ha

SONO.


ARRABBIATO, FURIOSO, IRRITATO, STIZZITO, DISILLUSO, SCONTENTO, FRUSTRATO, AMAREGGIATO, DEFUNTO, SCOMPARSO, STANCO, SFINITO, PASSATO, IMMOBILE, SPENTO, IMPRODUTTIVO, INUTILIZZABILE, ATROFIZZATO, INTERROTTO, SOFFOCATO, SOLO, SCIALBO, APATICO, TRISTE, FRENATO, SCAZZATO, STACCATO, SPAIATO, PREOCCUPATO, INQUIETO, SILENZIOSO, RIFLESSIVO, LOGORATO, NAUSEATO, NERVOSO, ROTTO, IMPOLVERATO, IRRITATO, SFRUTTATO, ASOCIALE, SCORBUTICO, SINGHIOZZANTE, SFREGIATO, TRAFITTO, SCORTICATO, TURBATO, DISPIACIUTO, ANGOSCIATO, AFFOGATO, DISSOLTO, BANALE, INESPRESSIVO, INCOLORE.
MORTO.

martedì 19 giugno 2007

Il mio lavoro.

Ho perso.


Le previsioni del tempo dentro la mia testa sono non pervenute. E vorrei essere o non essere un serial killer per avere la presunta giustificazione di sparare. E sparare ancora su cose e persone. Incapace di trovare qualcuno per poter parlare, mentre corro sopra qualcosa che non ho capito cosa è. Cazzo.
Perché la gente, quella di cui non me ne frega un cazzo, non capisce guardandomi negli occhi che NON VOGLIO ESSERE ROTTO I COGLIONI? Ci sono momenti in cui dovrei chiamare qualcuno per farmi aiutare anche solo ascoltandomi. E non lo faccio. Il mio essere distrutto adesso è palese. Non dormire è l'ultimo dei pensieri. Voglio stare sveglio. VOGLIO STARE SVEGLIO. E aspetto un divano libero da amici che non chiederanno nulla, ripassando dai cassetti per prendere qualcosa da mettere il giorno dopo. Un giorno dopo che adesso mi sembra così lontano. E scrivere a te TANTORUMOREPERTUTTO è anch'esso un segno di debolezza. Io ho perso. E nel silenzio di questo blog risuonano tutte quelle parole che non arrivano dalle persone che in questo ultimo periodo hanno letto le mie nei loro rispettivi blog. Mi attacco anche a questo? e perché no? io ho perso e spero presto di prenderne atto. Rincorro forti sensazioni che sono o belle o brutte. Quelle del mezzo mi fanno incazzare oltre a non lasciarmi granché dentro. Raccolgo qualcosa e sul divano straniero mi invento di recuperare forze che adesso non sono colorabili. E quando sentirò di invadere lo spazio altrui cambierò stanza, cambierò amico, cambierò percorso stradale che mi fa galleggiare fino al lavoro la mattina. Io ho perso. E questo è un fatto. Il futuro adesso è distante anni luce dal mio presente. Accettare i fallimenti è molto, ma molto difficile. Ci sono cose che vorrei non aver fatto e cose che non vorrei perdere. E adesso non mi importa chi leggerà queste parole. E' difficile chiedere aiuto, prima bisognerebbe imparare a farlo e poi farlo. Bene. Sono solo, adesso. Adesso ho perso.

I nuovi giorni.


Ho deciso che è ingiusto chiamare sabato e domenica i giorni del weekend che non hanno qualcosa di speciale.
Quindi, da ora in poi, quelli li chiamerò sabadì e domedì.

Ho anche deciso di dare un nome ai giorni del weekend in cui non sono vivo.
Un giorno così si chiamerà Porcodì.
Ma del resto, spesso il Porcodì arriva anche durante la settimana.

venerdì 15 giugno 2007

La lingua universale.



Parlare e riparlare tra un sorriso e l'altro mi permette di vivere e rivivere cose che mi riguardano...non so l'anno di questo spettacolo, ma io l'ho visto allora e lo rivivo adesso. Con te e per te. L'ennesimo ringraziamento. Eterno. Come il suono di un vero sorriso.

sabato 2 giugno 2007

The Cremaster Cycle. La cosmogonia genitale di Matthew Barney.



Stomaco e fantasia drogata per arrivare a comporre cose del genere. Opera di artisti poliedrici che superano il normale per entrare in meccanismi complessi, a volte troppo per me, componendo e inventando metafore che spesso non si colgono. Ma il fascino e' innegabile.
Il Cremaster Cycle è suddiviso in cinque episodi: Cremaster 4 (1994), Cremaster 1 (1995), Cremaster 5 (1997), Cremaster 2 (1999), Cremaster 3 (2002). La sequenza numerica 4-1-5-2-3 contiene un'evidente simmetria costruita attorno al numero cinque in posizione centrale, che risulta anche dalla somma delle coppie numeriche alla sua destra e sinistra. Ma il gioco delle combinazioni può ancora continuare e costruire piramidi o serie di coppie oppositive sempre sulla base del numero cinque, che oltretutto corrisponde alla classica pentapartizione in atti delle antiche tragedie greche.
Rimossi i simboli fallici e tutte le allusioni ad un livello di eroticità, Barney si concentra sulle alchimie scrotali, sulle oscure meccaniche di un muscolo involontario, il muscolo crimasterico, che agendo sulle contrazioni testicolari (avvicina le gonadi al corpo in base alla necessità di alzare la temperatura basale per la produzione di sperma), funziona da interruttore generale del meccanismo riproduttivo, e per questo scelto da Barney come elemento principe della sua opera video, vera cosmogonia genitale sui processi di affermazione sessuale.

Primo episodio: Cremaster 4 (1994).
Il primo episodio della serie, Matthew Barney enunciava i suoi precetti estetici, ed il gioco delle sue identità si articolava fra quella di un satiro-ballerino di tip-tap e la pecora Loughton, curioso animale a 4 corna, che realmente pascola sulle alture dell'isola di Man (set del video), dove testimonia di antiche leggende celtiche sulla sua natura divina.



Secondo episodio: Cremaster 1 (1995)
Partitura da musical anni '40, ambientatain uno stadio di football, le cui coreografie di danza vengono affidate al lancio di chicchi d'uva o di perle ad opera di una modella-demiurgo, all'interno in un ambiente fetale bianco-monocromo.
(part 1/4)

(part 2/4)

(part 3/4)

(part 4/4)


Terzo episodio: Cremaster 5 (1997)
Budapest, che diede i natali al mago Houdini, figura ricorrente nei video di Barney in qualità di creatura sovrumana, degna di una posizione nel multiforme Olimpo dell'artista, in cui si trovano affiancati indistintamente: divinità celtiche e miti greci, emblemi della cultura popolare, campioni dello sport e icone dello star system. Altri set di questo film sono il ponte sul Danubio, le suggestive terme dello Storico Hotel Gellért, il Teatro barocco dell'Opera di Stato, dove una fascinosa Regina delle Catene (Ursula Andress) canta il suo amore tragico per il tenebroso Magician-Barney-Houdini. Seduta su un trono costellato di orifizi, The Queen of Chain osserva sotto i suoi piedi il regno di acque sotterranee popolate da ninfee dagli occhi a mandorla e da un imperioso Nettuno-Barney che da quegli abissi risponde alla simmetria delle azioni aeree della Diva (ancora Barney), la cui faticosa performance sul proscenio fallisce tragicamente come del resto ogni azione di questo quinto Cremaster, che sembra riguardare da vicino il dramma della caduta, l'eterna condizione di sconfitta che segna il destino degli uomini.


Quarto episodio: Cremaster 2 (1999)
Il mio preferito. Decisamente il più intenso e ricco di tensione visiva. La storia è ricavata da un fatto di cronaca nera e si articola come una ballata mortifera attorno all'omicidio di un mormone benzinaio per mano del killer psicopatico, Gary Gilmore poi condannato a morte dalla giustizia americana. Barney si interessa a questo omicidio e volendo sottrarre il suo oscuro protagonista alle maglie della frenologia, gli costruisce una complessa genealogia che lo fa discendere dal mago Houdini, e giustifica la sua patologia come una sindrome regressiva che contiene uno stato di neutralità fra bene e male, e per traslato una condizione di indifferenziazione sessuale tra identità maschile e femminile. Secondo l'ormai noto parallelo con la vita intrauterina del feto, la sindrome dell'assassino Gilmore esplicita un tipico stadio della gestazione, in cui la formazione delle gonadi può andare incontro a fenomeni di regressione o presentare caratteri di ambiguità ermafrodita. Non c'è limite alla visionarietà di Barney, che in questo racconto produce immagini memorabili, instaurando paralleli con il mondo delle api, con la brutalità di icone Dead Metal, con paesaggi sublimi di ghiacciai e laghi salati. Il racconto inoltre procede secondo continui flashback che servono a ricostruire episodi di vita passata dell'assassino Gilmore ed al contempo contengono il viaggio profondo in una dimensione psichica di pura atemporalità inconscia.
(part 1/8)

(part 2/8)

(part 3/8)


Quinto episodio: Cremaster 3 (2002)
L'ambiente è quello del Chrysler Building di New York, grattacielo Decò dai lussureggianti marmi moreschi. Qui Barney instaura un parallelo tra la macchina architettonica di quell'edificio e la gerarchia della loggia massonica la cui struttura piramidale determina i ruoli e le relazioni fra i protagonisti del film. Come un gangster movie, il racconto prende il suo avvio proprio dalle cronache newyorkesi degli anni '30 segnate dal crollo della borsa, dal proibizionismo, dalle guerre tra clan malavitosi, e dal proliferare di logge massoniche e sette esoteriche che qui vengono simbolicamente chiamate a raduno nel tempio-Chrysler, dove l'Entered Apprentice-Barney sta per compiere un atto di hybris contro quella rigida gerarchia massonica. Tutti questi elementi di verticalità contengono anche un implicito aspetto scultoreo, oltretutto sottolineato dal cameo di Richard Serra, nei duplici panni di se stesso (replica una performance del 1969, ma questa volta anziché piombo fuso, scaglia vaselina) e del 'The Architect'/Hiram Abiff, mitico costruttore del tempio di Salomone, secondo il racconto biblico depositario di ogni sapere scientifico. In questo intricato gioco di metafore Barney/aspirante massone, deve espiare il suo colpevole affronto verso l'autorità, prima subendo l'umiliazione fisica della rottura dei denti, e poi recuperando la propria verginità superando una serie di prove atletiche. Scenario di questi riti espiatori è il museo Guggenheim, trasformato in studio televisivo o forse in surreale stadio olimpico dove tra ballerine e cheer-leaders, The Entered Apprentice compirà il singolare pentathlon (è ancora 5 il numero ricorrente, come 5 erano le discipline olimpiche nei giochi ateniesi) che nella cosmogonia 'gonadica' di Barney corrisponde alla graduale discesa testicolare verso lo stadio finale di maturità sessuale.

SCRIVI LA PRIMA COSA CHE TI VIENE IN MENTE.

giovedì 31 maggio 2007

Parea la luna.


M'inchinai allorchè codesto amore ebbe a fiorire, mia amata, e mi facea domande l'amore nel tutto dare l'anima. Soave divenir del tempo e di òmini che nell'otre dominano la luna che parea lontana, governata da scafisti tenui esperti. Per tempo stabilito.
Il core ha color di luna propria, codesta notte e mirar nel fondo dell'oceano nero, se colei amata potesse adesso fusendo di gatta, appoggiar il disegno soave del suo nasino all'occhio unico e rumoreggiante finestra della sua tana, scorgerebbe quel core. Di cavalier errante di altrui pensimenti notturni, quel core che nel celare parte di universo si staglia luminoso e appare. Or ora. Mentre vi scrivo. Urlando quando al sapere del mescere de sensazioni irripetita per sua intensità, ve' l'ombra. Vuolsi all'interiora della emozione, sbadando del numero di esse, per ribadir l'idea del solo respiro per un solo polmone, degli occhi di specchio di simile unico momento. Lune e portar lune ancora, consecutive nella vita errante di colei che amo, giovine fanciulla, quant'anche non fossi il cocchiere di esse, ma un semplice in su di esse ricordo lontano. Potea pensar fosse differente? Uscimmo a veder le stelle e impavida fiera mente ci cademmo restando. Nulla di egual nel tempo di questa piu' che mezza vita, virando a babordo e incamminandomi verso turno piu' corto.
Per terre e per mari, burrasca di risa e sogni nell'arte del sogno sparisce, a cuor mio, il confine tra esse, nelle parole donate mesi e mesi or sono, su codesto argomento. Spazzando il confine e il limite a corredo, tra esse e ingurgitando senza menare cibo nella pancia, ma solo vivendo del forte momento che ciba codesta vita. Senza decidere se questo si' o questo no. Questo si' e questo no. E fanne coriandoli corti e lunghi e trombette da festa del sestante che guida la rotta. A ripeter il mio core, non fa differenza. La grazia non concede chi passa pei monti odorando codesto sublime passaggio. E venga il dolor a darmi respiro, come l'oriente m'insegna impavida nuvola del cielo, a bilanciar cotanto desiderio dal vero respiro. O nulla possibile e', coi piedi nudi sul nostro sentiero incespugliato sul legno di tana al rumorar di piedini ridenti e smaltati di rosso. Scuro. E non fa differenza, ripetea il core tra colorati respiri di Klee ed abbracci di seguir due giri di nudi disegni su specchio, se l'amor comanda forbendolo a gioco. Su di un percorso che trovera' bocca di pace quando il cor sona per altri e tempo e sonate spariranno da sole. Che sia domani o dopo di allora. E mentre vi nuvolate nel prossimo viaggio, lasciate che accada col core le tutte cose che viver come stella di roccia vi accadono, senza concedere al dolor il timone del dignitoso sentiero. E senza promettere nulla, di bene o di male, come l'anno ha insegnato, mia amata compagna di terra, ne a voi stessa, ne all'emozione che parea vibrar, e nemmeno al gigante che guarda la luna. Or ora. Come rotta di nautica cartina mai completata ma segnando sogni di arte che dall'orizzonte affiorano. Qualunque acqua appaia a guidar l'aguzza emozione. A viver per tempo, si schiavi del tempo. Destino gentil non ve' certezza ma voi mia amata sarete vincente. E quindi nulla temiate. Nel contempo, vi prego, vivete.
E uscii a riveder il core. E dissi: "Parea la luna."

lunedì 28 maggio 2007

Le porte non sanno.



Le porte del mondo non sanno
che fuori la pioggia le cerca.
Le cerca. Le cerca. Paziente
si perde, ritorna. La luce
non sa della pioggia. La pioggia
non sa della luce. Le porte,
le porte del mondo son chiuse:
serrate alla pioggia,
serrate alla luce.

Sandro Penna

domenica 27 maggio 2007

Non siamo tutti uguali.

E non sono simboli. Ma vita, cazzo! Questo insegnano le rockstar, gli artisti. Che non e' vero che vale tutto, che esiste sempre una giustificazione, ma che dentro di noi esistono dei suoni e dei valori che non transigono sporcature. La sensibilita' resta fuori e distante dall'immondizia che ogni giorno dobbiamo subire, sopportare, ingoiare. Non eroi o extraterrestri, ma anime d'artista che vivono nel rumore del treno che ci circonda, si distruggono per sensazioni uniche al mondo, piuttosto che sporcarle. L'insieme dei secondi che trascorriamo sulla terra sono bombardati da giustificazioni, dai ma, dai non so, ma quando Eddie Vedder grida, lo fa predicando e incazzandosi contro tutto l'esterno che ambiguo si infratta ad ogni spigolo, buio o luminoso, implorando a tener duro e continuare a percorrere un percorso che dentro sentiamo, seppur poco chiaro. Il mondo dentro, ho definito nelle prime righe di questo TANTORUMOREPERTUTTO, che esplode e riposa dentro di me con la regolarita' di un orologio che si alimenta ad emozioni, senza pila, senza motore e senza lancette dei minuti e delle ore, ma solo secondi.
Mi piace ragionare sul "dentro di me" per vivere il fuori del modo nella maniera piu' profonda e importante e viva che posso. E va protetto questo dono, dentro. Il prezzo e' trascorrere del tempo usando il cervello, senza farne una malattia e senza perdere quel senso di sorprendersi che ancora sentiamo, noi, piccoli bambini curiosi. Devo assimilare dei pensieri che sono solo miei, perche' se provassi a ragionare per altri, rinnegherei il mio modo di comprendere le cose e le persone, perche' il pericolo della razionalita' o della logica che ritengo sopravvalutata o del giudizio, e' dietro l'angolo. E io non voglio caderci. Nemmeno slalomando tra le mie contraddizioni. Ma avere dei principi ferrei e decidere di scegliere di perseguirli non significa essere schiavi della logica, ma preservare dei sapori rari. Questo e' un diario, dicono i blogger, dove qualcuno scrive decidendo cosa scrivere e quanto svelarsi, ma nell'amore che respiro, sarei sconvolto e sorpreso se qualcuno che rispetto e che dice di amarmi aprisse una scatola di giochi senza permesso...e non mi sento strano a pensare questo, e non lo riporto a regole banali o razionali su cui dovrei soprassedere, ma alla scatola di attrezzi che un sentimento puro, sublime, dovrebbe sempre portare con se. Faccio i conti con i miei limiti, se questo lo e', e nella conoscenza di una persona che nemmeno conosco, riesco a SENTIRE queste note stonate che ogni tanto risuonano in uno spartito scritto con piacere. E non transigo. Non su questo. E' solo il mio pensiero che riguarda me, senza nessun giudizio, solo un pensiero diverso. Ognuno e' libero di percorrere le proprie strade nel modo che preferisce. Loro non possono imporre a me quel metodo di vivere le emozioni, io non voglio imporre il mio. Non sono un predicatore, ho solo un pensiero diverso, preciso, collaudato sulla mia pelle, e inattaccabile. Punto. E uso questo blog perche' le sensazioni sono molte e forti, voglio svelarmi cosi' come sono a TE, perche' una volta, una persona molto importante mi disse che condividere alcune emozioni, alcuni pensieri, alcuni sogni e' come metterli nella banca che e' dentro la persona che hai di fronte, e prima di appoggiarli devo essere sicuro di dove li sto mettendo. Io lo sono. E l'amore per te aumenta pensando che i tuoi, li appoggi dentro di me. Quotidianamente. Raccontare come ti rispetto, dando il valore giusto a questa parola cosi' svalutata, commercializzata, venduta, standardizzata, persa, e' una cosa importante per me, e' un pezzo importante per comprendere le mie emozioni. Il rispetto ha delle regole che vanno oltre la mia debolezza di amare, curiosare, invadere: tu prima di tutto. E sai cosa ti dico?...nell'universo dove passeggiamo, nel liquido perpetuo dove naviga il mio sentimento per te non e' solo una regola fondamentale e imprescindibile, ma non e' nemmeno una forzatura, il mio amore per te e' puro, e non farlo e' piacevole, quasi eccitante.
"Non siamo tutti uguali", potrebbe urlare il popolo.
Appunto: "non siamo tutti uguali", lo dico io.
E ora urla ancora per me Eddie. Io tengo duro.

giovedì 24 maggio 2007

Che tempo strano tra le nuvole...


A volte mi sento davvero come uno scudiero del secolo scorso. Come un cavaliere dolce e agguerrito, con occhi attenti e cuore disponibile. Antico, forse. Mai distratto, soprattutto in certi momenti. Oggi per me non e' una giornata come le altre. Oggi rendo grazia alla ricorrenza che ha stravolto la mia vita, glielo devo. Oggi sono esclusivamente proiettato ad onorare l'anniversario. Dentro di me. Oggi nessuna pelle sopra la mia, nessun pensiero diverso, nessun respiro, se non la pelle che mi ha concquistato, se non il pensiero di lei, se non il suo respiro. Sono strano. Sono antico. Ma ci sono cose a cui tengo. Senza forzature e senza banalizzare. E mi viene naturale essere mentalmente e spiritualmente e corporalmente dedicato ad un pensiero che mi pervade tutto. E mi piace vivere questa dedizione ad una ricorrenza che in se non ha molto significato, essendo sempre una festa, ieri e forse domani, ma accompagnata alla musica che sento dentro, diventa un motivo di riflessione, di elogio, quasi di preghiera per il TUTTO. E poco importa se coincide con il pensiero di chi provoca questa emozione. Io lo sento, io me lo tengo. E lei capira', come io comprendo lei. Lei capira' che quello che sento e che dico e' vero anche se oggi i nostri pensieri sono diversi. Ieri e domani il sole sorgera' comunque e la pioggia cadra' se dovra' cadere, ma oggi, io sono io, io sono completamente catapultato in questa ricorrenza come simbolo universale della vita che vivo. E cacciatore di sublimi parole e situazioni bevo d'un fiato tutte quelle che docilmente mi offri. E se oggi e' distanza o, come dici insensibilita', nulla accade nel mio essere vivo. Comprendo i pensieri "diversi" e importanti che una nuvola incontra percorrendo un cielo cosi' vasto. Oggi resta per me una musica diversa da ieri e da domani. Nessun pensiero nella mia direzione se non e' naturale. E nulla cambia. Sguardo o non sguardo. Non sono ancora atterrato...lo sospettavo ieri, quando al buio mi guardavo nello specchio e immaginavo di volare anche oggi, che ieri era domani, in questo giorno cosi' speciale per me. E cosi' e'. Non sono ancora atterrato.
Oggi l'energia sublime che circonda le nostre anime viaggia tra le tue preoccupazioni e la mia esaltazione, "in equilibrio sopra la follia" percorriamo le nostre strade tenendoti la mano quando me la porgi e sperando nella tua quando la mia si proietta nelle ombre delle nuvole.
Che tempo strano tra le nuvole. Nessuna mano accarezzera' la mia pelle, nessuno sguardo potra' leggermi, perche' oggi, innalzo il calice dell'amore come inno alla vita. Oggi sono tuo. Piu' di ieri e meno di domani. Stupido o antico, dentro sento, oggi. Nessuna cupezza, nessun problema quotidiano. Oggi vinco io. E appena posso esco dalla scatola rumorosa che mi sta tenendo logico e ligio al lavoro e scappo. E fino alle otto che il dovere "logico" richiedera' la mia presenza, saro' libero. Oggi vinco io. Oggi vinco io. Oggi vinco io. Oggi è il primo dei giorni che mi restano da vivere. Oggi è l'ultimo dei giorni che mi restano da vivere. Io amo.

Il video guardalo dopo.

Come sangue che scorre nel caldo cunicolo segreto e nascosto e' di colore rosso, cosi' la musica e' composta da sette note. Semplici, eterne, come fare l'amore. Ma quando l'insieme delle sfumature infinite, interpretazioni svariate, stato umorale del compositore, e altri diecimila aspetti che ora non ho voglia di raccontare, trasforma quelle sette note in qualcosa di nuovo, diverso, emozionante, inaspettato, allora siamo di fronte a degli artisti. Come fare l'amore. Forse il genere umano non e' stato collaudato per provare simili emozioni. Aggiungere quella fisicita' che magicamente rinasce tra parole e risa, musica e desideri, e' uno spartito in mano a due artisti. Perche' la sensazione e' sempre qualcosa di nuovo, diverso, emozionante, inaspettato. Casablanca e' solo un film, io non sono Humphrey Bogart e tu non sei Ingrid Bergman, ma nessuna emozione puo' superare quella di provare di persona quello che sto cercando di spiegare. Nell'universo dove passeggiamo a nostro agio esistono solo due persone in grado di capire. E una sono io. E se provo a chiudere gli occhi e pensare che qualche tempo fa' potevamo smettere di "passeggiare" in quel nostro universo, per motivi logici e razionali, per dolore e per scelta, e ripenso velocemente alle cose che abbiamo ancora inventato da allora, e che se avessimo deciso di seguire la logica adesso non farebbero parte di noi...chiudo gli occhi e penso alla possibilita' di non averle vissute...cazzo...cazzo...cazzo...o il vuoto e la sensazione di caduta dentro di esso ci fa' riaprire velocemente gli occhi felici di averle inventate, oppure sorridiamo, perche' sono cosi' vere e forti che ci sembrano "naturali" averle vissute e conservate per sempre.
E adesso? Adesso e' il 24 Maggio 2007. Trecentosessantacinque giorni dopo. Dopo qualcosa che avrebbe potuto non esistere per nulla. Piu' che un anniversario lo definirei un'inno alla vita. Noi non siamo i festeggiati, ma lo e' la vita. E' la sua festa. Se non avessi scritto? Se non ti avesse scelta? Se non avessi risposto? Se non fossi venuta? Se non mi piacesse la birra? Trecentosessantacinque giorni scritti con le lettere, non con i numeri. E' una parola molto piu' lunga di quanto sembra. Prova a leggere TRECENTOSESSANTACINQUE e dopo a leggere 365. Cazzo, non c'e' paragone! Tempo fa abbiamo abbattuto il muro della "storia d'amore" per scoprire una "storia di vita" che ormai ci appartiene. Qualunque cosa accada domani. Del resto le note sono solo sette, quanta musica si puo' ancora inventare? Io un'idea ce l'avrei...se rivolgiamo lo sguardo alla persona che suona, all'artista che dipinge, al poeta che colora, alla sua esperienza e alle sue emozioni che genuinamente prova, allora sono molto ottimista: la risposta e' infinita (Bjork insegna), mentre invece, se si perde tempo concentrandosi sullo strumento, sulla tela, sulla rima, allora le sette note ci annoiano da morire e non vale la pena suonare o sentire la musica suonata in quel modo. Io SENTO l'anima umana che acclama codeste sensazioni, ne ha bisogno, le invoca con silenzi angoscianti o urla isteriche, e quando si accovaccia sulla giusta emozione si apre e si libera in volo, si "sciascea", si vive. La logica e' sopravvalutata secondo il TANTORUMOREPERTUTTO-PENSIERO, la logica non mi avrebbe fatto scrivere trecentosessantacinque giorni fa', la logica non ti avrebbe fatto rispondere. La logica si sarebbe fottuta una porzione importante della mia vita, senza nemmeno comunicarmi una cifra per riaverla, un riscatto o una indicazione del covo dove potrebbe tenerla nascosta, no, cazzo...se la sarebbe fottuta in silenzio, senza esitare. E io non l'avrei mai saputo. E la vita sarebbe diversa. Priva di qualcosa. E oggi non avrei potuto avere tutte quelle cose che tu (la vita) mi hai dato, cosi' come non avrei potuto aggiungere, al mio vocabolario la parola alla lettera "L".
E che sia "L" di maniglia, di Vasco, di Gondry, di Book, di ridere con gli occhi o altro poco importa. Le sette note sono sufficienti se l'anima sa' suonare. E le nostre hanno il coraggio di farlo.
Che si fotta, la logica!

Rewind.



A meno che non stia davvero pensando solo a te ogni respiro ogni momento che vivo.
A meno che tu non sia l'unica l'unica davvero per me
le altre, le altre sì che le vedo ma te ti sento dentro come un pugno.
Quando ti vedo ballare vorrei morire vorrei stringerti le braccia le braccia attorno al collo e baciarti,
baciarti dappertutto.
Vorrei possederti sulla poltrona di casa mia con il Rewind
e tutto il necessario per poterti stare dietro perché tu vai, vai veloce come il vento
quante espressioni di godimento sul tuo volto si vedono solo con lo scorrimento lento del nastro.
Mi aiuto con le illusioni e vivo di emozioni che tu che tu non sai neanche di darmi
perché tu vai, vai veloce come il vento, quante espressioni di godimento sul tuo volto
si vedono solo con lo scorrimento lento del nastro.
(Rewind - V.R.)

domenica 20 maggio 2007

Sono vivo.



L'elefante entra guardandosi intorno, curioso e beffardo. Fregandosene dei mille bicchieri di cristallo raro che lo circondano. Conosce la sua stazza e il suo muoversi sproporzionato e cerca di camminare lentamente chiedendosi: "perche' non posso entrare in un negozio di cristalli almeno una volta nella vita? solo perche' potrebbero rompersi? che si fottano i bicchieri! io voglio entrare, facendo attenzione certo, ma voglio entrare. Posso controllare i movimenti, ma non la mia stazza, il mio peso, la mia natura. E vada come vada. Non esiste nulla che non sia interessante, ma soltanto persone che non provano interesse."

sabato 19 maggio 2007

L'abbraccio.



"E' sublime come la bellezza e l'estrema semplicità di un tratto di matita possano provocare sensazioni così forti e profonde al nostro inconscio."

Tratto da "Le sette note del disegno erotico" - 1990

giovedì 17 maggio 2007

Mercoledì 16 Mggio 2007.


Ciao.

mercoledì 16 maggio 2007

Qui lo dico e qui lo nego.


Nessun diritto e lo so. Ma come posso non ascoltarmi? Il punto e' che sono davvero sciocco e meridionale. Quindi geloso. Per molte cose, ma soprattutto per la quotidianita'. Sono strano e dovrei tacere, ma come faccio? Da ieri almeno mille volte penso e ripenso al possibile fotografo argentino, al focoso irlandese o al freddo ragioniere che gironzola in mutande nella tana dove non e' solo. Occhi e odori condivisi. Quotidiani. Intimi indumenti e incroci che accadono. Nessun diritto, lo so, cazzo. Ma mettere un annuncio che si accettano solo gay e' discriminante?...cercasi pensiero positivo sulla possibilita' che un attraente, spiritoso, brillante personaggio maschile entri in quella tana. E adesso conto fino a mille.

Genio.






Geniale. Dopo anni di arraffamento dei budget pubblicitari (la vera fonte di guadagno per le tv) e aver aumentato l'auditel con la guerra dei presentatori, si e' accorto che il massimo e' stato raggiunto contro la tv statale. La RAI. Urge un nuovo piano: come fotterli ancora? come guadagnare di piu'? come acquistare potere sul mercato? Se i programmi che fanno guadagnare di piu' sono quelli della Endemol, che vende i programmi alla RAI e a me, li vendesse solo a me? No, non si puo' caro piersilvio. Allora sai che c'e'?! io me la compro. La Endemol....(!?!)...mha'...
Io capisco il libero mercato e capisco anche che Berlusconi puo' avere la fininvest e i programmi (non piu' belli) piu' guadagnosi della rai, capisco, giuro, anche se non condivido, ma la mia domanda e' una sola: possibile che per fare quelle merde di programmi (il cuoco in cucina, che tempo che fa', il grande fratello, il milionario, eccetera, tutti programmi Endemol) bisogna pagare qualcuno dall'esterno? ma quanto cazzo ci vuole a fare internamente alla rai una "serra creativa" (si chiamava) per produrre format e venderli chesso'...alla fininvest e nel mondo? o tenerseli per se? Non e' che i format Endemol sono una garanzia, perche' floppano anche loro ogni tanto, e allora cosa cazzo ci vuole? Bravo piersilvio, sei un genio. Sai come la vedo? troppe palle e troppo poco cuore. E 'fanculo il libero mercato. Spero che la rai non acquisti piu' programmi Endemol.
Di seguito l'intervista al "genio" tratta da repubblica. Perdete un momento, per favore: leggetela. A me sembra ridicolo.



MILANO - Piersilvio Berlusconi, i programmi Endemol della Rai...

"Posso interrompere?"
Prego.

"Mettere questa operazione sul piano dei palinsesti e dei giochetti sui programmi mi procura una profonda tristezza, mi creda".

Pensi a quanti si divertono, invece. Dove andrà in onda "Affari tuoi" tra due anni?
"Sulla Rai, ovviamente, a meno che la stessa Rai non decida diversamente".

La Rai...
"Scusi, non dovevamo parlare di Endemol? Siamo di fronte a un'operazione internazionale di alto profilo, quindi queste logiche di tattica da palinsesto, mi perdoni, mi sembrano un po' provinciali".

Confalonieri ha detto che l'operazione Endemol è opera sua e delle leve giovani di Mediaset.
"Ho troppo rispetto per Confalonieri, per Adreani di Publitalia, cioè per chi ha costruito Mediaset per parlarne in questi termini. Ma è vero che è una grande operazione che guarda al futuro, su scala internazionale, portata al successo da una squadra di giovani manager".

E il futuro è dei giovani.
"Il futuro va oltre la tv generalista, va sui satelliti, il digitale terrestre, i telefonini e le altre piattaforme. Questa è un'operazione che ha respiro anche in questa direzione".
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Sempre Confalonieri: "Saremmo pazzi a spostare i programmi di successo di Endemol dalla Rai".
"Confermo. Da qui in avanti, anzi, farò il tifo perché la Rai abbia un programma Endemol di successo in più, e non certo uno in meno".

Anche perché a quel punto quel programma vale sempre di più, e Mediaset incassa.
"Ma questa è la normalissima dialettica economica tra produttori e tv, succede in qualunque caso per programmi di successo, Endemol e no. Cosa cambia?".

Scherza? Non si parlerà d'altro. Appena un nuovo programma Endemol su Canale 5 avrà successo e magari un altro sulla Rai andrà male, si dirà subito che vi siete presi quello che funzionava di più.
"E quando invece succederà il contrario, che si dirà? Sia in un caso che nell'altro significherà che una delle due aziende televisive ha lavorato meglio. E poi mi pare che alla base di tutto questo ci sia un equivoco: noi non gestiremo Endemol. Esiste già un management ed è ottimo".

Cioè, quel giorno lei si alzerà al mattino, guarderà gli ascolti e dirà ai suoi collaboratori: che meraviglia, quel programma Endemol della Rai ci ha demolito...
"Se succederà, magari si metterà in discussione la direzione di rete, non certo l'operazione in sé e nemmeno il normale andamento di mercato, ascolti compresi".

Rizzo Nervo, consigliere Rai: "Ora sarà il caso di rivedere i contratti Rai con Endemol".
"Capisco la prudenza di queste prime ore. Ma posso ribadire che l'operazione vista così mi mette tristezza? Invece capisco benissimo quando uomini della Rai chiedono che l'azienda aumenti le proprie produzioni interne: questo ha un senso. Aggiungendo a queste, ovviamente, le cose migliori che arrivano dall'esterno, da Endemol e anche dagli altri produttori indipendenti".

Un mare di cose.
"Sono convinto che presto arriverà il momento in cui nessuno perderà più tempo a domandarsi chi produce questo o quello: ci sarà una tale richiesta di programmi per riempire tutti i nuovi mezzi che, finalmente, si parlerà della capacità di creare prodotti di qualità".

Fermo restando che la tv generalista è in crisi, giusto?
"Si chiama fase di cambiamento. La crisi è un'altra cosa".

Di quanto avvenuto, il ministro Gentiloni, invece, appare contento.
"Le sue parole, e anche quelle di Prodi sull'importanza di un'operazione simile per un'azienda italiana, sono un bel segnale".

La Rai è in grande difficoltà: guarda caso l'operazione Endemol viene conclusa e annunciata in queste ore...
"I tempi non li abbiamo dettati né noi né la politica italiana. L'operazione si è fatta appena Endemol è stata davvero messa in vendita".

Come sarà per Ronaldinho al Milan.
"Di quest'altra operazione io non sono convinto, e allora quel paragone preferisco non farlo".

Torniamo in provincia. Giorni fa, Fabio Fazio a precisa domanda ha risposto che la possibilità di acquisto di Endemol da parte di Mediaset gli procurava forti perplessità.
"Per Fabio non cambierà nulla. Il produttore non sarà Berlusconi Silvio, ma sempre Endemol guidata solo da logiche di mercato. Mi piacerebbe chiamarlo al telefono, sento che ci faremmo due risate cordiali. Non solo: ne approfitto per dire a Fazio che se ha qualche idea per nuovi contenuti mi piacerebbe poterne parlare".

Programmi per Mediaset?
"Endemol lavora per la Rai, per Mediaset e per il mondo intero".

Già che ci siamo, Antonio Ricci lo ha sentito?
"So che mi ha cercato, ma in queste ore, davvero, non ho avuto tempo. Lo chiamo tra poco. Perché lo chiede?"

Ovvio: Ricci, nemico storico e giurato di Endemol, le polemiche feroci sui pacchi della trasmissione Affari Tuoi - di Endemol - il pregresso scontro epocale con Bonolis, ai tempi. Starà esultando.
"Secondo me Ricci è tranquillissimo".

Lo credo bene. Ma la prossima volta, mettiamo, che gli salterà di dire a Striscia che la gara di Affari Tuoi è truccata, che succederà?
"Quello che è successo finora. Mi pare che sia un programma di satira e la satira non si tocca. Vorrei che si capisse che questo è un progetto che va molto oltre tutto ciò: c'è una tv, la nostra, che ha anche molte produzioni in proprio, come Striscia la Notizia, ad esempio, o Scherzi a parte o altre: Endemol, con il suo marchio e la sua forza, ora potrà vendere anche questi programmi in tutto il mondo".

Mettiamola così. Se dovesse togliere un programma Endemol alla Rai, quale sceglierebbe?
"Nessuno, lo ripeto finché vuole. Casomai potremmo fare qualche cambiamento in casa nostra...".

Sui programmi?
"Anche".

Tipo il Grande Fratello?
"Non scherziamo, resta un prodotto più che vincente".

E allora quali?
"Non glielo dirò mai. Ma comunque continueremo a decidere solo in casa nostra non certo alla Rai".

Troviamo una formula. Esempio: in Rai non sposterete nemmeno una pianta?
"Anzi, spero che Endemol aggiungerà molte piante in Rai, e tutte rigogliose".


(15 maggio 2007)

Ore eterne.


Sbilanciato dalle risa. Eppure.
Certo, sfiorare e sentire, ma solo la polpa del frutto, e non rosicchiando l'osso fino in fondo come altre volte succede. Eppure.
Ancora nuovo e ancora forte e vero. Eppure era solo stare insieme. Con schitarrata di Stef Burns e coppia d'assi mogol/battisti. E ancora pensieri e mani e riflessi di specchio. Gioco e salti. E ancora risa in napoletano e non. Cercando annunci erotici e cambiando ancora cd. E gioco.
Sbilanciato dalle risa, come piace a noi. Scagli il primo post chi non ha mai avuto la sensazione di "tempo che rifocilla la vita" quando delle cose che facciamo portano riso. Vero, sincero. Rubato ancora una volta alla vita...allora alza il medio insieme a me, che mi sento di avergli ancora una volta fottuto qualcosa, io a lei, alla vita, invece che lei a me, nel quotidiano. Sono piccole cose che ti fanno sentire cosi', ma diventano montagne in mezzo al mare quando la sensazione che lasciano e' questa. E come un dono lo trattengo. Come fosse l'ultimo.
Sbilanciato dalle risa. Eppure e' amore.

lunedì 14 maggio 2007

Sono un uomo fortunato.

Ci sono volte in cui si ama per istinto, curiosita', novita', trasporto, follia, e dopo un po' ci si accorge che non esistono regole.
Ci sono volte in cui si ama per istinto, curiosita', novita', trasporto, follia, e dopo un po' ci si accorge che non e' amore, perche' dopo che queste caratteristiche si esauriscono resta solo la voglia di girare pagina e cercare ancora. Cercare altro.
Ci sono volte in cui si ama per istinto, curiosita', novita', trasporto, follia, e dopo un po' ci si accorge che e' amore, perche' queste caratteristiche non si esauriscono mai completamente, anche se il suo assetto cambia e noi non ce l'aspettavamo cosi', l'amore. Cazzo.
Il passaggio tra l'amare d'istinto, di curiosita', di novita' e l'amare per consapevolezza porta con se' delle apparenti sbarre all'esistenza, porta confusione mentale e insieme porta a capire meglio noi stessi, porta un apparente logica di cose dovute e scontate che non devono mai avere il sopravvento. Mai. Ma che nella sua certezza sanno di buono. Si ha la consapevolezza di sentire quel sentimento cosi' immenso eppure ci si allontana da esso perche' le modalita' appaiono impreviste, per il quotidiano e per il proprio modo di essere. Anormale, non convenzionale, paurso, potente, contraddittorio, l'amore non deve far scattare allarmi se l'entusiasmo dei morsi, si riposa. Perche' esso torna quanto meno te lo aspetti. Non avvisa mai, l'amore, non accenna alle modalita' che richiede, alla frequenza, ma esso vaga nel mistero delle 24 ora di ogni giorno, nel sogno dei 60 minuti di un'ora, nel brivido dei 60 secondi di un minuto, nello sguardo di un nanosecondo, sventolando come un vento di tornado in alcuni momenti e riposandosi dopo un viaggio, ritornando magari sussurrando all'orecchio di una farfalla che la vita e' bella, quando la persona che ami e' li' con te. Anche per un solo istante. L'amore comanda. E dare tutto, darsi tutto, in quei momenti, rende grazia all'amore e quindi alla vita. Perche' amico TANTORUMOREPERTUTTO, e' raro incontrare qualcuno che ti faccia sentire l'amore, la vita. Io sono un uomo fortunato.

domenica 13 maggio 2007

Proposta di Fabrizio Moro.


Trentaduenne romano, cantante. E' stato a Sanremo e io non lo conosco. Ma. Ho sentito una sua proposta e volevo riprenderla. La chiesa e' contro i DICO e predica il matrimonio "regolare" in chiesa? Bene. Che istituisca un mutuo agevolato con interessi dimezzati per tutti coloro che vogliono sposarsi in chiesa e mettere su famiglia. Io non sono per le agevolazioni, e magari mi darebbe fastidio pensare che un cattolico cristiano abbia una possibilita' in piu' rispetto a qualcuno che ha altre credenze o addirittura nessuna come me, ma apprezzerei un segnale di questo tipo da parte dalla chiesa. Cosi' ricca e rompicoglioni verso tutto quello che non rientra nelle proprie corde. Perche' la verita' e che la chiesa non potra' mai accettare le diversita'.

sabato 12 maggio 2007

Ho fatto una promessa.





Sabato 12 maggio 2007. Dalle 20,30 alle 20,45. Lei passa, guarda e sorride. Io scrivo. E penso.

Cervello.

Myspace Layouts


A volte il livello di ragionamenti dentro di noi raggiungono una tale forza, una tale profondita' da far pensare che il nostro incontro su questa terra (parlo di te e di me), utilizzi parti del cervello sconosciute ai piu'.

venerdì 11 maggio 2007

Esiste pioggia e pioggia. Esiste sole e sole.


Un po' di tempo fa', diciamo dopo Fri, 9 Jun 2006 18:22:21, riflettevo con una persona sul sentimento oltre tutti quelli conosciuti. E cioe' quello che riesce a farti sentire una affinita', un clak di "chiusura cerchio", come fosse un tavolino da sollevare, nel senso di concreto; quello dove il mio cuore sbatte; quello dove le chiacchiere davanti a un quadro, diventano un giocare "del" e "per" l'arte, come avrebbe voluto davvero l'artista; quello dove la sua stanchezza e il suo vuoto diventa un po' meno stanchezza e vuoto sapendo che quella persona esiste e che magari, con pochi secondi riesce a farti bene, meglio, o anche solo acquisire un punto di vista diverso; quello dove la mia capacita' di rendere visibile e sonoro un pensiero, sia apprezzato, compreso, onorato, dalla persona che hai di fronte, e in cambio completa il cerchio proponendoti un punto di vista meno visuale e piu' letterale, concettuale e quindi inarrivabile per me, che non avrei potuto vivere senza quella sua espressione, riflessione, significato. E clak!; quello dove anche il semplice prendere l'aria addosso in moto e' considerato come un lampo di liberta' nella gabbia presunta di un bene che si vuole; quello dove sdraiarsi al parco non e' bello perche' e' una fuga dal lavoro o dalla vita vera, ma perche' e' un attimo, un momento, una chiacchiera o solo un bacio, ma e' nostra, l'abbiamo inventata noi e senza di noi non sarebbe esistita; quello dove se ti scappa una battuta in napoletano non ti fa' sentire un coglione, anzi, la capisce e risponde con un'altra battuta in napoletano, e dentro, rido, e mi sento meno solo; quello dove ti permette di parlare di lavoro e avere di fronte davvero qualcuno che sa' di che parli, ma meglio ancora, essendo, professionalmente parlando l'altra meta' del cerchio, ha esattamente il punto di vista che mancava a te; quello dove una agenda di cartone scarabocchiata a pennarello, diventa un libro, una storia, un regalo, un'obiettivo, un desiderio, un piacere; quello dove in tempi lontani un'emozione dipinta su un quadro da lei alla ricerca di qualcosa dentro di se, diventa per me una chiara visione di forme, emozioni, significati, con tanto di elefanti, lingue e fallo maschile, come se quella emozione me la fossi persa ell'epoca e qualcuno l'ha fermata per me fino a poterla scoprire e scoprire che...e' anche dentro di me; quello dove lei si trascinerebbe anche uno stereo intero per chilometri e chilometri, per avere la musica in una precisa sera, sapendo cosa e' LA MUSICA, per me; quello dove la gioia di aprire una scatole dei giocattoli e sorprendersi con la purezza, la spontaneita', la sensibilita' di una bambina ad ogni ...OOOOHHH... e scoprire che la tua emozione nel fare quel regalo non era nulla al confronto di quello che ti sta regalando lei mentre lo apre; quello dove una foto scattata per caso, seduti insieme, non e' solo un ricordo di un momento, ma qualcosa di diverso, qualcosa che resta davvero dentro di noi, ma non il ricordo, ma l'emozione vissuta, e resta per sempre dentro di noi, inventata da noi; quello dove si appende una cornice al muro anche se non contiene ancora nulla perche' e' gia' speciale cosi', come se tutto fosse inaspettato ma gia' dentro di noi, magia; quello dove non ci si aspetta niente, non si prevede niente, nemmeno di vedersi, e quando accade, e' semplicemente fantastico, sublime, diverso, vero, naturale, e la sua sensazione e' cosi' unica che il sapore e' cosi' buono da sentirsi felici di averlo vissuto e messo da parte; quello dove la ruggine della vita vera e quotidiana, la nostra tristezza piu' profonda, la nostra solitudine, i nostri desideri di uccidere o essere uccisi, sono sempre un zicchino sotto questo sentimento, quindi esso, assune un senso di eternita', di inattaccabilita' che fa quasi paura, ma ci piace perche' e' nostra, perche' siamo noi, perche' e' vera, perche' nel mondo reale e' difficile trovare tutto questo; quello dove potrei andare avanti per ore e ore, per luoghi e luoghi, per parole e parole a descrivere quel sentimento oltre tutti quelli conosciuti. Parlavo di questo a questa persona che cominciava a conoscermi e vedevo nei suoi occhi una diffidenza, non verso di me, ma verso questa emozione che non riusciva a sentirla completamente, e non solo dentro di lei, ma anche in generale. In tutte queste "VISUALIZZAZIONI" che ci porgono quel sentimento che naviga sopra la vita vera, cosi' forte da non poterlo neppure rinchiudere in una parola sola, il fare l'amore non e' primario. Non e' che sottovaluto il sesso o i suoi aspetti, anzi. Con le mie parole cercavo di esporre il mio pensiero, e cioe' che e' tutto cosi' SUBLIME che vedere un video di Gondry, mangiare al parco o fare l'amore ha esattamente lo stesso potere emozionale. Una mostra elevata al rango di fare l'amore. Chiudersi in un bagno a fare l'amore, elevato al rango di un concerto visto insieme. In un continuo alternarsi da una parte all'altra tanto da non distinguere piu' il confine, perche' entrambe, anzi, tutte le cose diventano sublimi, naturali, belle. E' un tutto che diviene naturale, senza livelli di differenza tra sentire la sintonia per un clak! che risuona mentre si parla o avvicinare la propria carne, il proprio respiro all'altra persona. Questo intendo. Forse questa persona ieri sera, il suono delle nostre voci, la nostra sintonia, lontana dal contatto fisico eppur cosi' completa, in un girovagare di colori illuminati al neon ma cosi' leggibili per noi, le ha fatto comprendere meglio quello che intendevo, a prescindere se condivide o meno il mio pensiero. Ma e' il mio, e lo lancio nel blog. E i suoi occhi erano veri e limpidi per me in quelle grandi stanze come nella piccola tana, e forse, in quell'istante, in quelle parole ancora una volta dette, lei si e' resa conto di quanto e' bello vivere quel momento. Alla stessa stregua di fare l'amore, perche' il TUTTO e' in quel livello superiore che non fa differenza se e' una parola, un ridere o un puff. E i suoi occhi in quel momento, lo sapevano bene e mi parlavano chiaramente. I suoi occhi in quel momento percepivano che non esisteva il limite dal parlare o fare l'amore. I suoi occhi in quel momento, avrebbero fatto l'amore con me.
Io non so se qualcuno prova o ha provato qualcosa di simile, ma nella mia follia io questo lo sento, quel restare distanti dalla vita vera potendo percepire quel tutto, con tempi e modi che non possono mai essere scontati o dovuti, ma eterni.
Le contraddizioni sono milioni, i punti a sfavore sono milioni, la sofferenza e potenziale e potenziata, ma caro blog, la logica e' sopravvalutata, la vita e' breve. E io ti abbraccio.