Rallenty.
Volevo smettere di scrivere per un po', ma non è successo. Credevo in cose che non sono accadute e altre le aspetto senza affanno. E forse non accadranno mai. Ognuno di noi percorre una strada cercando di comprendere più cose possibili per poter avere la sensazione di sentirsi vivi, ma non serve a nulla. Tutta la poesia e la musica del mondo dice il tutto e il suo contrario. E noi ci ritroviamo in entrambe le cose, le frasi, le melodie. A volte tristi altre ridenti, e così passiamo ancora un giorno a vivere. O anche solo respirare. Galleggiamo e la sera arriva sempre o troppo presto o troppo tardi. E il sonno arriva sempre troppo presto o troppo tardi. Perché non siamo programmati per accontentarci? come fanno quelli che ci riescono? Non mi sono mai chiesto più di tanto come sarà domani e adesso meno che ieri. Ho aperto e scritto sotto l'effetto benefico di alcol e droga, queste parole, ma faccio troppa fatica. Oggi proprio non ci riesco. Oggi è una giornata di merda. I miei movimenti sono lenti e faticosi. Apro le pagine per vedere dove passare qualche giorno di vacanza, ma non ci riesco. E non ci riesco perché sono stanco. Abbastanza stanco per pensare di averne davvero bisogno e troppo stanco per poter organizzare qualcosa. Non sono io. Io sono quello che fa, quello che legge e che sempre sorride e cordialmente è presente. Ora non sono io. Ora devo dormire. Ora il mio galleggiare è mio. Quanti sono i fili che ci tengono a terra? cosa significa galleggiare avendo dei fili che trattengono? perché la sensazione è come se fossero dei tronchi secolari da tagliare con fatica usando seghe circolari ad alto potenziale? eppure sono solo fili. E galleggio. Trattenuto da fili...mah...
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