Permettimi di tenere per mano questo tempo, adesso che mi hai portato fin qui. TANTORUMOREPERTUTTO e poco rumore per le cose che davvero lo meriterebbero. TANTORUMORE per notizie inutili, programmi stupidi, persone furbe, finzioni confezionate, ipocrisie riscaldate, frodi ripetute e poche per avvenimenti importanti, sensazioni reali, colori dei sogni, persone speciali, pensieri diversi, amore. Quelle che nel mondo esistono e quelle che esistono nel mondo dentro di me. Sensazioni ed emozioni che dirompono dentro di me.
Oggi è il primo dei giorni che mi restano da vivere.
Oggi è l'ultimo dei giorni che mi restano da vivere.

martedì 3 luglio 2007

Cynara cardunculus.


Ritto cammina un Cynara cardunculus dalla parte delle spine.
Così tempesta l'aria che ricopre i miei movimenti e i miei luoghi, stretto nelle sue fitte foglie che si appoggia dalla parte delle spine, cercando di camminare, con il suo turgido stelo possente rivolto verso l'alto senza sapere cosa sta guardando lassù, ma instabile sulle dure e fragili spine.
E la stessa parola Cynara cardunculus non si imbatte nel mio cassetto delle cose belle, ma in quello di fianco, dove c'è scritto "brutte parole".
Ma non annego, anche se perso sotto l'acqua della doccia cerco di sentire le tossine dei miei pensieri accumulati sul corpo teso e attento. Ma non annego. Dovrei?
L'amplificazione audio di un letto di ospedale, dove il respiro del malato si sente con chiarezza mortale, amplificato da macchine per tenere in vita e su e giù e su e giù il respiro non si dilata, ma occupa chiaramente la mia vita, nel sogno di poter ridere ancora e riaprire il cassetto delle belle parole e tenere chiuso il resto. Nel desiderio infantile di sentire mani che scivolano insieme a quell'acqua, sotto quella pioggia di pensieri e per colonna sonora "Rooster" dei Alice in chains a volume ventisette che accompagna tutta la poesia che vorrei trascrivere su questo post ma non sono in grado di farlo. Non smettere di lavarmi, nudo, sotto quell'acqua e sotto quella musica e fammi dimenticare l'esistenza del cassetto sbagliato. Mani vicine che lavano via, sulla mia schiena nuda e tesa e curva che piange mischiandosi all'acqua e io in silenzio per almeno i sei minuti e quattordici secondi, dimenticandomi il mondo lasciandomi lavare. Sapone e schiuma come ddt dei cattivi pensieri, al buio e in silenzio.
Ma tutto questo è vago e rarefatto, quasi astratto. Voglio stare bene e voglio che accada presto, voglio dimenticare per qualche minuto il mondo e perdermi da qualche parte precisa dove vorrei essere ora.
Ma chiamiamo le cose con il loro nome, io non mi sento un Cynara cardunculus, ma semplicemente un carciofo.

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